Icona della Beata Annunciata Cocchetti

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A chiusura delle celebrazioni per il 25° di beatificazione della Beata Annunciata Cocchetti è stata presentata l’icona che la rappresenta, scritta da Rita Bolpagni

L’icona è un ringraziamento a Dio che mi ha permesso di incontrare la Beata Cocchetti attraverso le sue suore.
Ci sono due punti di vista per guardare questa icona: il punto di vista di Dio e il punto di vista dell’uomo.
La partenza è dal punto di vista di Dio.
Nella lunetta superiore è rappresentata la Trinità. L’Amore che circola nella Trinità, per sua natura e potenza, non si chiude in sé ma si allarga, si espande e colma, trasformando, ciò che ha generato portandolo alla sua luce originale.
La luce è la dimensione fondante dell’icona: “Io sono la Luce” dice Gesù. Durante l’esecuzione (l’icona si dice che viene scritta, non dipinta, perché orienta a leggere la Parola, la Presenza di Gesù) l’iconografo per prima cosa stende il colore più scuro che rimanda all’immagine dell’uomo contaminata dal peccato e bisognosa di luce. Per ultimo, sempre rispettando la scala dei colori dal più scuro al più chiaro, stende il colore bianco a sottolineare come Cristo, accolto dall’uomo, lo trasfigura, portandolo dal buio alla luce, dalla morte alla vita. Anche la presenza dell’oro ha una funzione illuminante della figura di Gesù: è il materiale che non si ossida, che mantiene costante la luce riflessa, oltre ad essere il materiale destinato da sempre a sottolineare la regalità.
L’Amore della Trinità di cui la Madre Annunciata fa esperienza, la “contamina” e lei non può tacere.
Il punto di vista dell’uomo è richiamato dalla figura della Beata Annunciata: una sorella che svela il bisogno di immortalità che c’è in ciascuno di noi; la sua presenza tra noi ci riporta a Dio.
Le icone, a differenza degli altri quadri, non riflettono una situazione umana ma una esperienza trasfigurata, ieratica. La cornice più lucida che delimita l’icona stessa è una finestra sull’immortalità: incornicia il dialogo tra Dio e l’uomo e tra l’uomo e Dio.
È questo il significato più profondo dell’icona: il dialogo.
Il colore dell’abito è blu anziché nero: rimanda ai tre personaggi della lunetta e indica l’eternità.
La mano è una mano orante e sottolinea il dialogo con il Figlio.
Il cartillo, che qui è dispiegato, viene messo in mano ai fondatori.

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