Per essere in comunione

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XVI CAPITOLO GENERALE OGGI “RAVVIVA IL DONO DI DIO CHE È IN TE” Settimana di preparazione 1-8 luglio 2018 Carissime sorelle, ci giunge viva la vostra preghiera per i lavori del Capitolo e vi ringraziamo per questa comunione dei cuori che ci fa guardare (tutte!) con fiducia al “Dono di Dio che è in noi”, per la gioia del Vangelo. Consapevoli di aver ricevuto un mandato e di essere qui per prendere delle decisioni per il bene di tutto l’Istituto, vi informiamo sommariamente sui lavori della settimana 1-8 luglio appena trascorsa. Le Capitolari sono giunte a Cemmo per il pranzo del giorno 1° luglio e i primi due giorni miravano a sensibilizzare il gruppo verso un’impostazione metodologica di lavoro “in sinodalità”, che è il modo di essere della Chiesa: i coniugi Eva e Alberto Frassineti ci hanno aiutato a trovare delle strategie per camminare in comunione, nell’ ascolto dello Spirito, nel dialogo franco e coraggioso, nel discernimento personale e comunitario. Il 4 luglio, la dott.ssa Anna Casella, antropologa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha guidato la riflessione su “Dialogo interculturale e missione educativa”, favorendo la messa in discussione dei nostri concetti di “cultura” (spesso intrisi di stereotipi e pregiudizi che irrigidiscono le relazioni e creano barriere). Sono stimoli a fare strada insieme, per passare dalla multiculturalità all’interculturalità e alla comunione nella diversità, cercando codici condivisi a partire dalla ricchezza del Vangelo e di un carisma che ci unisce. Il 5 luglio è stato dedicato a temi di Diritto Canonico, presentati con chiarezza e competenza “giuridico-spirituale” da don Marco Alba, che – oltre ad apprezzare il fatto che la nostra Regola di Vita ha recepito in modo eccellente le procedure giuridiche proprie del Diritto Canonico – ha messo in luce il valore ecclesiale delle decisioni capitolari, dove il discernimento nello Spirito avviene in un orizzonte di unità nella carità, a servizio della comunione. Venerdì 6 e sabato 7 luglio sono stati due giorni speciali, dedicati all’ascolto dei laici e delle consacrate secolari, venuti dall’Italia e dall’America Latina, consapevoli che si trattava di un momento storico per i laici della Famiglia di Annunciata. Purtroppo, i rappresentanti della Clac e della Fraternità secolare dell’Africa non sono potuti partire perché non è stato concesso loro il “visto” dalle autorità locali. Le sorelle africane hanno supplito in modo esemplare riferendo a nome degli assenti, restituendoci l’immagine di una realtà carismatica viva, operativa e ricca di prospettive promettenti. Germana e Lisa, presidenti rispettivamente della Fondazione e dell’Associazione A.Cocchetti di Roma, ci hanno parlato di un clima di affettuosa collaborazione tra laici e suore e di un forte senso di appartenenza alla realtà della Scuola, che ha dato e continua a dare vita ad iniziative varie ed originali a sostegno della scuola stessa e della sua opera formativa. Il presidente Daniele Zambianchi ha presentato gli obiettivi e il cammino della Clac italiana, dalle sue origini nell’assemblea di Natale del 1995, fino ad oggi, condividendo alla fine con le capitolari alcune domande aperte circa il rilancio della Clac italiana soprattutto nell’impegno di coinvolgimento dei giovani. La Fondazione Scuola Cattolica di Cemmo era rappresentata dal Dott. Ghetti, Presidente della Fondazione e dal Dott. Luca Melino, Amministratore Delegato. Hanno presentato le molte attività avviate dal 2012 ad oggi, in particolare con l’implementazione del Centro di Formazione Professionale che si rivolge ad un’utenza con particolari bisogni educativi e abilita a professioni e mestieri possibili sul territorio. Nunzia Ricci, della Fraternità Secolare in Italia, ha parlato con entusiasmo della sua scelta di consacrazione a Dio (avvenuta nel 2007, dopo una preparazione di 5 anni, con la professione perpetua nel 2013), e della sua missione di animazione a partire dalla famiglia, dal mondo del lavoro, dalla Parrocchia come ministro straordinario dell’Eucaristia e catechista. La sua carica umana e spirituale, fatta di volti e di storie di vita, sa di contagio e di sorriso e diventa messaggio di Vangelo. Le testimonianze dell’America Latina (Casa della Gioventù, Clac e Fraternità Secolare) sono state straripanti di vitalità! Il grido dei giovani a cui pare sia stato tolto il futuro e la forza del fuoco che Cristo è venuto a portare sulla terra sono la grande spinta motivazionale della Famiglia spirituale della Beata Annunciata in America Latina, i cui membri si impegnano a pregare e a custodire il carisma negli ambiti quotidiani, nella famiglia, nella scuola, arrivando soprattutto negli ambienti più poveri e svantaggiati, dove il linguaggio è uno solo: quello della condivisione. Annunciata è sentita come compagna di strada e il suo carisma arde nei cuori. I laici hanno assunto l’opzione dell’accompagnamento educativo, vogliono essere “presenza”, mescolarsi nella storia dei poveri e continuare a mettere il pane dell’educazione sul muricciolo della storia latino-americana: questa la loro sfida, anche là dove non ci sono più le suore. Le prospettive e le sfide che i laici dell’Africa e dell’America Latina ci lanciano pensiamo abbiano il potere di scuotere noi, consacrate della vecchia Europa, ricordandoci che non siamo le “proprietarie” del carisma… Domenica 8 luglio Mons. Giacomo Canobbio ha tenuto un approfondimento sul rapporto tra la fede e le culture. La fede cristiana, entrando nelle culture, le trasforma e il Vangelo diventa il criterio di valutazione di ogni forma di cultura, portandone a compimento le ricchezze, senza però assolutizzare nessuna forma culturale specifica. Come Dorotee, siamo chiamate a lasciarci rimodellare dal Vangelo secondo le caratteristiche proprie del nostro carisma e a costruire una nuova sintesi culturale, attraverso un cammino di formazione mai compiuto, unendo contemplazione e servizio. I criteri per il discernimento lì troviamo nella Regola di Vita che è la traduzione della volontà di Dio, scelta per grazia.

Le sorelle capitolari

cemmo, 9 luglio 2018
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